GUIDA AL FUMETTO PERSONE Iocca Michele Arcangelo
Michele Arcangelo Iocca - Nat Italia
disegnatore
6 Ottobre 1925 - Calascio, Aquila, Italia
Michele Arcangelo Iocca nasce a Calascio, in provincia dell'Aquila il 6 ottobre 1925 da Vincenzo, maestro elementare, e da Maria Roscetti, casalinga, nativa di Roma. Primo di tre fratelli, Angelo Raffaele – che con l'acronimo di Jar firma alcune serie a fumetti, (10 ottobre 1930/27 luglio 2015) – , Annamaria e Vittorio. Il giovane Michele ha modo di avvicinarsi al mondo dell'arte e iniziare a coltivare il suo talento. Come ogni ragazzo della sua età è un divoratore di fumetti e abbonato fin dai suoi primi anni al CORRIERE DEI PICCOLI e a CARTOCCINO di cui non perde una sola sequenza.Nel 1937 la sua famiglia si trasferisce a Roma e qui, all'età di tredici anni, partecipa ai Ludis juvenilis dell'arte. Il padre non condivide le idee fasciste. Per cui Michele, se vuole essere accettato, deve farsi prestare la divisa da avanguardista da un cugino. Ma partecipare ne vale davvero la pena perché dalla prima sfida nel quartiere dove abita approda in finale. Sarebbe anche arrivato primo se un altro, forse con forti raccomandazioni, non avesse vinto al posto suo. “Gli elaborati per regolamento – ci racconta Michele Iocca – venivano firmati a matita e quindi per i giudici la sgommatura era proprio un gioco da ragazzi”. Il raccomandato vincitore ha però davvero tutte le carte in regola perché risponde al nome di Niso Ramponi, meglio conosciuto come Kremos.
Il padre vorrebbe che il figlio seguisse un altro percorso professionale più sicuro ma Michele ha l'arte nel sangue. Alla fine, il compromesso è la scuola per geometri. A guerra finita, per rimediare agli anni perduti, prenderà la maturità artistica da privatista e si iscriverà alla facoltà di Architettura che abbandonerà per dedicarsi ai fumetti completamente. Nel 1943, a diciotto anni, rientra con la famiglia a Calascio per sfuggire, come buona parte degli italiani che se lo possono permettere, ai disagi di una guerra che assume sempre di più i contorni di una contesa civile. Non si presenta alla chiamata alle armi del governo neofascista e come renitente viene condannato alla fucilazione. Dopo pochi mesi fa però rientro nella capitale.
Costretto a nascondersi in casa, in quel periodo conosce Giulio Tirincanti, giornalista al "Messaggero" e grazie a lui viene messo in contatto con i fratelli Palombi che pubblicano prevalentemente opere artistiche; per loro disegna sopraccoperte di libri e due volumi di fiabe: “Castelli a mezz'aria”, che Angela Padellaro scrive con lo pseudonimo di Sicelide e "La guerra dei topi" di T. Capalozza . Ancora con la presentazione di un altro giornalista, Guglielmo Ceroni, responsabile della cronaca romana del Messaggero, viene introdotto a CAROSELLO edito da Enrico Allulli con la direzione artistica di Sergio Tofano, dove pubblica alcune storielle autoconclusive. In redazione trova Eros Belloni, storico direttore de IL BALILLA, che ha iniziato a lavorare anche con Ugo Dal Buono. Più tardi subentra a Federico Fellini sul settimanale CAMPANELLO edito da Manlio Menaglia.
Nella redazione di Dal Buono di Rampa Miglianelli 11, qualche anno dopo nascerà LUPETTINO, cui Iocca collabora fin dal primo numero con le avventure di Crestarossa scritte da Eros Belloni. L’incontro con Dal Buono sarà l’occasione per una lunga e fruttuosa collaborazione sia per LUPETTINO sia per BAMBOLA, dove, tra l’altro, disegna quasi tutte le copertine nonché tante storie, racconti e rubriche. Suoi lavori, come “L’uccellino e l’imperatore”, appaiono nel 1950 sugli effimeri giornali BAMBOLINA e GIROTONDO diretti da Eros Belloni.
Nel 1952 presta servizio militare a Pinerolo e con l’occasione instaura rapporti con l’editore torinese Paravia per il quale illustra “Il romanzo di Dante”, scritto da Luigi Ugolini. Nel 1953, con il passaggio delle testate dalla Pegaso di Dal Buono alle Edizioni Diana, Iocca abbandona BAMBOLA e prosegue a collaborare con la concorrente, AMICHETTA diretta da Margherita Gherardi Emplosi (Ghirola) fino alla sua chiusura, avvenuta nel 1957.
Già dall’anno prima però il lavoro è drasticamente diminuito e i pagamenti latitano, anzi, spariscono. Pertanto, in vista del matrimonio con Natalina Antonacci, che viene celebrato il 20 ottobre 1956, è giocoforza trovare un posto fisso. Viene così assunto per concorso al Genio Civile e resterà dipendente statale fino alla pensione (15 settembre 1990).
Da allora il suo nome non compare più su alcuna pubblicazione, anche se il rapporto con la carta stampata non viene mai meno. Firma i suoi lavori come Nat (dal nome della moglie) e collabora con diversi editori prevalentemente attraverso le agenzie di Naro Barbato e Angelo Mancini e con lo studio di Sergio Rosi.
Mancini è un ex impiegato delle ferrovie con la passione per la scrittura. Tra l’altro scrive un libro sulle Mille Miglia illustrato dallo stesso Iocca. Barbato è un disegnatore. I due curano per le Ferrovie l’house organ “Voci della Rotaia” (ci scrive Mario Casacci e ci disegna anche Iocca) e lavorano prevalentemente per il mercato francese, soprattutto per la Lug di Marcel Navarro e Auguste Vistel, producendo molte storie del Grande Blek, in parte inchiostrate da Iocca. Per editori tedeschi Iocca lavora con Alberto Giolitti realizzando storie del Piccolo Much.
Nel giugno 1959 viene promulgato il Decreto per il nuovo Codice della strada. Tutta la segnaletica stradale viene ridisegnata proprio da Michele Arcangelo Iocca, a cui viene affidata la creazione ed esecuzione grafica dei nuovi cartelli stradali. Tutti gli studi preparatori e i disegni definitivi trovano poi pubblicazione sul volume “Il codice della strada – Testo Unico e Regolamento con le tavole a colori di tutti i segnali stradali”.
La collaborazione con Rosi si sviluppa invece su diverse testate, da TELEZECCHINO di Feliciano Campi, a LULÙ, edita dallo stesso Rosi, fino alle ultime storie di MaxMagnus pubblicate su EUREKA nel 1983, nelle quali inchiostra le tavole di Paolo Piffarerio.
Al di là delle pubblicazioni destinate ai ragazzi, l’abile e puntuale tratto di Iocca trova spazi ulteriori in opere come il volume “Regolamento illustrato del Gioco del Calcio”, pubblicato a Roma dall’editore Gimondi. Collabora inoltre a numerosi libri scolastici.
Con Massimo Iacoponi partecipa all’enciclopedia “Storia dei mezzi corazzati”, edita a Milano dai Fratelli Fabbri nel 1976, fino a quando è costretto a soprassedere per una temporanea paresi al suo prezioso braccio sinistro. Altri lavori includono le illustrazioni per "Storia dell'aviazione", sempre per i fratelli Fabbri e sul volume "Aeronautica militare italiana", edito da ETA Kompass. Per l'ACI prepara i disegni occorrenti per gli "Studi sulla circolazione stradale" di: Verona, Trento, Salerno, Bari ed Ascoli Piceno.
Disegna poi i bozzetti per diverse serie di francobolli emessi dallo Stato italiano, assieme al fratello Angelo che è stato anche l'autore di molti annulli postali speciali tra i quali, nel 1979, quello per il centenario della morte di Rowland Hill, l'inventore del francobollo; quello per i Missionari Salesiani, 1977 e quello per le Elezioni del Parlamento europeo, 1979. Nel 1970 realizza alcuni disegni sul quattordicinale ORSETTO edito a Roma da Cerretti.
Ha vinto il secondo premio più due menzioni d'onore in un concorso letterario abruzzese nel 2015. Ha avuto due figli: Antonella e Giancarlo. Dopo la pensione si dedica ai disegni di carattere naturalistico per l’Associazione Plinio di Roma di cui fa parte con la moglie Natalina e a quelli che illustrano il suo volume "Microstoria di Calascio e della sua Rocca", 2008, per il suo amato paese natio .
Gianni Bono
Creazione scheda: zak, 25/05/2016
Ultima modifica: zak, 13/06/2016
Ultima modifica: zak, 13/06/2016