PROTAGONISTI  20 Marzo 2017

Kalissa, donna del mistero

Chi era la disegnatrice del secondo numero di Diabolik, “L’inafferrabile criminale”.

Kalissa e Zarcone, sono un po’ l’araba fenice per chi ama Diabolik. C’è sempre qualcuno che dice di sapere chi sono (o erano), ma alla fine tutto si riduce in polvere che il vento porta via… Finora.

Kalissa, donna del mistero

Già perché finora ogni indizio, una volta verificato, risultava privo di fondamento e spesso era solo l’occasione per mettersi in mostra, senza averne merito. È per questo che quando – ormai nel 2012 – Mario Gomboli mi disse di aver incontrato, durante l’evento “50 anni di Diabolik” al Museo della Scienza e della Tecnologa di Milano, un signore che poteva darmi notizie di Kalissa, mi sono dimostrato assai scettico. Sbagliavo.

Il signore in questione si chiama Mario Oliveri, mio conterraneo, che da anni si occupa di ricerche su fatti e personaggi della storia, dell'arte e della musica. Con Mario, probabilmente, a Genova da ragazzini potremmo anche aver scambiato qualche tiro a pallone nei giardini di piazza Martinez, prospicente alla scuola media Giuseppe Parini che frequentavo, insieme a uno che ne avrebbe fatta di strada: Beppe Grillo. Il quartiere, nel quale entrambi siamo cresciuti, è stato per me una palestra di vita e di infinite scoperte fumettistiche. Si affacciava sulla piazza lo studio del cartellonista e pittore Walter Tomaselli, uomo di squisita umanità, autore del primo manifesto de “Le Tre Giornate del Fumetto” e mio complice per la striscia Et Voilà e per il volume Ci hanno fumettato così. Intorno alla piazza c’erano i tre chioschi di bancarellari più forniti della città che mettevano in mostra tutti i fumetti usati degli ultimi vent’anni e che mi vedevano assiduo frequentatore e cliente. Poco distante da lì, nell’edicola di via Giovanni Torti, ho conosciuto Diabolik acquistandone il terzo numero. Insomma Mario Oliveri, per nascita e per condivisione di “luoghi sacri”, aveva le carte in regola per essere ascoltato…

Dunque Olivieri mi confida che da tempo aveva messo in atto una ricerca sul pittore russo Vsevolode Petrovic Nicouline (Nikolaev, 27.11.1890 - Milano, 18.7.1968) il cui materiale ha poi trasferito alla Facoltà di Slavistica dell'Università Statale di Milano e che a febbraio 2017 è oggetto di un convegno. Ecco la sua storia.

Nicouline, frequentando l’Accademia d’Arte di Odessa e poi quella Imperiale di Pietroburgo, entra in contatto con insegnanti italiani. Uno di questi, Aleksei Montelli Gali, ha sposato la nobildonna Aida Bossalini da cui ha avuto una figlia, Kalyssa, ossia la nostra misteriosa Kalissa, nata a Nikolaev il 22 gennaio 1914.

Nicouline è un uomo affascinante che fa subito breccia nel cuore della Bossalini. In piena rivoluzione bolscevica Nicouline, ufficiale dell’esercito dei bianchi zaristi, è costretto a fuggire e dopo un rocambolesco viaggio giunge a Costantinopoli, seguito da Aida Bossalini – che ha lasciato il marito e in seguito lo sposerà – e dalla figlia di lei Kalyssa. I tre giungono a Genova nel dicembre 1920 e due anni dopo sono a Nervi dove restano fino alla fine degli anni Quaranta prima di trasferirsi definitivamente a Milano. Nicouline è pittore, scenografo e illustratore di libri per ragazzi. Ne pubblica circa un centinaio per Principato, Bemporad, Hoepli e Utet. Nel 1941 per la casa editrice Italgeo di Giovanni e Federico DeAgostini realizza con grande creatività numerose tavole geopittoriche delle regioni italiane per la serie Imago Italiae. Kalyssa è talmente coinvolta dall’arte del patrigno da diventare la sua assistente.

In seguito a dissapori tra l’artista e l’editore, è Kalyssa a mantenere i rapporti con la famiglia DeAgostini proseguendo l’opera paterna per oltre dieci anni, dal 1955 al 1965, accreditata come Kalissa Giacobini. Realizza tavole geopittoriche per l’Enciclopedia Imago Mundi, tavole tematiche come quelle della serie dei fumatori per i calendari promozionali destinati alla Petrol Caltex, e quelle navali pubblicate sui menù della Navigazione Italia.

Nel 1961 Kalissa conosce Angela Giussani e ne diventa la modista personale. “Disegnava e realizzava per me dei personalissimi cappellini” ha ricordato più volte Angela. E così, quasi per gioco, dopo aver corretto qualche vignetta del primo numero di Diabolik, la modista decide di cimentarsi disegnando il secondo numero (in seguito ridisegnato da Aulo Brazzoduro). Resterà questo il suo unico lavoro nel mondo del fumetto.

Il 9 febbraio 1978 si sposa con il disegnatore Federico Dante Pietro Verri (Varese, 1936). Nei documenti ufficiali risulta cittadina italiana, residente a Milano e… nubile. Quindi perché negli anni Sessanta fosse accreditata come Kalissa Giacobini dai suoi committenti risulta ancora un mistero. Nel 1982 disegna la copertina e le illustrazioni interne del volume “Un materiale nei secoli” edito in occasione del centenario della Gervasoni, Premiata Società Friulana per l’industria del vimini, firmandosi Kalissa Verri.

È del 2008 il ritiro in una casa di riposo di Spilimbergo, in provincia di Pordenone, dove muore due anni più tardi, il 18 novembre 2010, all’età di 96 anni.

Le sue opere sono state esposte nella mostra “Imago Italiae. Le carte geopittoriche della famiglia DeAgostini.” che si è tenuta a Milano presso la Biblioteca Sormani dal 19 gennaio al 28 febbraio 2017.

Gianni Bono

Articolo tratto da La Gazzetta di Clerville n. 61, febbraio 2017