PROTAGONISTI 25 Maggio 2016
Michele Iocca è il fumettista più visto dagli italiani
Paradosso o provocazione? Entrambe le cose, ecco perché
Se vi chiedessi “Qual è il disegnatore di fumetti più visto dagli italiani?”, credo che la risposta sarebbe scontata: Milo Manara per la sua poliedrica attività o Aurelio Galleppini per aver disegnato e creato graficamente il personaggio più famoso del nostro fumetto, Tex.

Bazzeccole! Qui stiamo parlando di milioni e milioni di “avvistamenti”. No. Non vi sto prendendo in giro. E vi dirò di più, si tratta di un disegnatore oggi sconosciuto nell’ambiente che io ho avuto la fortuna di incontrare e di conoscere. Ma andiamo con ordine.
Circa un anno fa in una delle lunghissime telefonate con Luca Boschi alla ricerca dei disegnatori dimenticati parlammo di quelli che per noi erano i fratelli Angelo e Michele Iocca, che tra l’altro avevano firmato delle splendide copertine di Bambola e dei quali da decenni si erano perse le tracce. Luca, qualche mese prima aveva individuato un disegnatore che poteva essere uno dei due visionando un servizio televisivo sugli zampognari abruzzesi. Da qui è partita la sfida: dovevamo assolutamente trovarli. Per una serie di circostanze toccò a me iniziare la ricerca e, dopo vari contatti con diverse realtà della provincia dell’Aquila, che non vi sto a raccontare, arrivai al comune di Calascio dove il vicesindaco al telefono mi disse “Certo che conosco Michele Iocca! Passa da noi tutte le estati…”. Facendo due conti, questo signore doveva avere una novantina d’anni e non ero molto sicuro che avesse voglia di parlarmi e che, soprattutto, si sarebbe ricordato della sua attività passata. Ma mi sbagliai. Il giorno successivo mi chiamò al telefono e due giorni dopo con mio figlio Matteo eravamo nella piazza centrale di Calascio pronti a intervistarlo.
Mi trovai di fronte a un uomo gentile, di infinita umanità e modestia, che mi raccontò la storia della sua vita.
A. M. Iocca 
Come prima cosa scoprii che la firma A. M. Iocca che appariva sulle tavole di Crestarossa e sulle copertine di Bambola non era di due diverse persone ma di uno solo autore Michele Arcangelo, anche se il fratello Angelo Raffaele disegnava pure lui fumetti, ma mai hanno lavorato insieme. Michele, con una lucidità incredibile mi fece partecipe dei suoi ricordi, dalla fanciullezza a Calascio dove al padre maestro elementare è stata dedicata una via, agli esordi professionali a Roma al cospetto di direttori ed editori importanti come Sergio Tofano, Eros Belloni, Nino Capriati, Ugo Dal Buono ed Enrico Allulli, alle sue sofferte collaborazioni con gli studi di Sergio Rosi e di Barbato e Mancini, fino a un fatto che gli cambiò la vita. Ma forse è meglio che ve lo racconti lui. “La chiusura di Amichetta ci mise tutti… a spasso. Dovevo anche sposarmi ma mia suocera, donna di sani e severi principi, non avrebbe mai accettato che sua figlia finisse con uno senza il posto fisso. Per anni avevo guadagnato tanti soldi, anche più di mio padre, ma ora il vento era cambiato. Così accettai di fare il concorso per un posto di impiegato statale e fui assunto al Genio Civile. Pigliai così due fregature: divenni un impiegato che ogni mattina timbrava il cartellino e… mi sposai…”.
Il nuovo codice della strada del 1959
Visto che sapevo disegnare al Ministero mi facevano fare un po’ di tutto, anche i cartelli stradali”. “Come i cartelli stradali?, dissi io. “Sì proprio tipo quelli che vedi dietro di noi”, mi rispose, indicandomi un segnale di sosta vietata. “Devi sapere che nel 1959 quando entrò in vigore il Nuovo Codice della Strada a me toccò disegnare tutta la segnaletica”. “Ma allora sei famoso!”. “Se lo dici tu… anzi, visto che si sta avvicinando mia moglie, perché non lo ripeti anche davanti a lei così sarà fiera di me… ah, ah, ah…”.
“Famoso ma non ricco perché, dopo tutto quel lavoro, mi diedero solo una copia del codice… Tutto il testo con i miei disegni originali fu ceduto a un editore poco noto e tale pubblicazione fu adottata dal ministero dei Lavori pubblici come edizione ufficiale. Solo negli ultimi anni di servizio, mi assegnarono il riconoscimento di "eccezionale" per due anni e poi il titolo di Cavaliere Ufficiale della Repubblica. Avevo di fronte a me l’uomo i cui disegni erano stati visti ogni ora del giorno e della notte da milioni e milioni di persone, senza sapere chi ne fosse l’autore. Ora lo sappiamo è Michele Arcangelo Iocca, quello delle copertine di Bambola….
Gianni Bono
Potete vedere Michele Iocca raccontare un aneddoto sul suo lavoro al Codice della strada QUI