PERCORSI 9 Febbraio 2016
L'inglese amato dagli italiani
Tommy Wack l'eroe dimenticato della working class
Un po' metalmeccanico, un po' animale da pub, questo personaggio di origini britanniche è più ricordato in Italia che nella patria d'origine.

Immaginate un proletario inglese che va matto per il football, beve birra a fiumi e non ha alcuna voglia di lavorare… Come dite? Si chiama Andy Capp? No, no. Anzi, sì, anche lui, ma questa volta parliamo di qualcun altro, di Tommy Wack.
Certamente Tommy ha parecchi punti in comune con Andy, ma anche molte differenze. E poi io ho sempre preferito Tommy, tutto sommato più solare di Andy. Dopotutto, Tommy un lavoro ce l’ha, anche se passa la maggior parte del tempo dormendo, è meno violento (non ho mai digerito che Andy picchiasse la moglie) e la sua fidanzata, la splendida Dot, è molto più gnocca di Flo (la moglie di Andy). Quest’ultima cosa però non ditela a mia moglie, altrimenti quello che prenderà una valanga di cazzotti sarò io.
Ma torniamo a Tommy. Per quei quattro che non lo conoscessero (vergogna! andate subito a leggere le sue strisce) si tratta di un tipico esemplare della working class inglese, lavora in fabbrica e divide il suo tempo libero tra partite di calcio, scommesse, bar e la fidanzata Dot. Con un ciuffo da Elvis dei poveri, fa di tutto per scansare il lavoro (tipo nascondersi in grandi casse di legno per dormire) e per questo motivo ha qualche attrito col caporeparto Squashy, che nonostante tutto nutre per lui un certo affetto. Ideatore della serie è Hugh Morren (1921 - 1995), che comincia a realizzarla nel 1968 per il quotidiano Daily Express, anche se poi migrerà su The Sun.
Prima di diventare un fumettista, Morren lavorò in una fabbrica, quindi inserì alcune delle proprie esperienze da operaio nella striscia. Anche il nome della bella Dot è probabilmente un omaggio a sua moglie Dorothy. Tommy ha goduto di una buona popolarità in Italia negli anni Settanta.
Nel 1968 l’Editoriale Corno gli intitolò una rivista contenitore, Tommy appunto, che però non ebbe grande successo. Il personaggio finì quindi sulle pagine di Eureka, incontrando maggiore fortuna, e le sue strisce vennero poi raccolte in una marea di albi monografici, tra cui Eureka Strip e Comics Box De Luxe. C'è anche un bel volume cartonato dal titolo L’ozio è il padre di… Tommy Wack.
Anche se da tempo non viene più pubblicato, è ricordato con affetto dai lettori italiani e i suoi vecchi albi sono rintracciabili in qualsiasi fiera del fumetto, su internet e persino su Amazon. In Inghilterra, invece, zero assoluto. Non esiste nessun volume anglofono dedicato a Tommy e anche il suo autore pare pressoché dimenticato, con poche righe dedicategli in qualche enciclopedia del fumetto.
È curioso, e anche un po’ triste, che di un personaggio così english si sia persa memoria storica proprio in quell’Inghilterra di cui, con ironia, era riuscito a tratteggiare alcuni degli aspetti più proletari e popolari. Come disse una volta un tale, nemo profeta in patria.
Davide Castellazzi
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