A partire dal XVIII secolo, con il termine almanacchi vengono designati i calendari annuali che riportano notizie di vario genere, con fini prevalentemente pedagogici o di evasione. Gli almanacchi editi in Italia verso la fine del XIX secolo sono spesso supplementi di note testate, pubblicati in concomitanza con la fine dell’anno per illustrare il nuovo calendario con note, brevi racconti, elzeviri accompagnati da vignette. Uno dei primi esempi è L’ALMANACCO STRENNA DEL NOVELLINO, edito da Calzone e Villa, che esordisce in bianco e nero nel 1901, diventando già nel 1903 un fascicolo riccamente illustrato con numerose vignette. In altri casi, si tratta di una pubblicazione monografica che raccoglie interventi di voci autorevoli, servizi fotografici e illustrazioni destinati a un pubblico adulto e “colto”. È il caso DELL’ALMANACCO LETTERARIO BOMPIANI a cui hanno collaborato figure di primo piano della cultura italiana. Il concetto di strenna ritorna anche negli almanacchi estivi che celebrano la fine dell’anno scolastico o in quelli dedicati a un particolare personaggio o serie. Alle storie pubblicate, spesso inedite, si affiancano articoli a tema. La formula dell’almanacco è tuttora utilizzata da varie case editrici che di solito propongono storie “fuori collana” come la COLLANA ALMANACCHI di Sergio Bonelli Editore suddivisa in ALMANACCO DEL GIALLO, ALMANACCO DELLA FANTASCIENZA, ALMANACCO DEL WEST, ALMANACCO DEL MISTERO (1993), ALMANACCO DELL’AVVENTURA (1994) e anticipata dall’ALMANACCO DELLA PAURA con DYLAN DOG (Bonelli, 1991). Oppure come Gli Almanacchi di LUPO ALBERTO (Macchia Nera, 1994) e la rispettiva raccolta L’ALMANACCONE (1994).