GUIDA AL FUMETTO   PERSONE   Leporini Bernardo

Bernardo Leporini - Sem Italia

disegnatore

10 Aprile 1903 - Roma, Lazio, Italia

17 Gennaio 1994 - Milano, Lombardia, Italia

Dopo un'infanzia povera e difficile, si iscrive all'Accademia di Belle Arti della capitale, ma abbandona gli studi dopo solo un anno quando, seppure giovanissimo, comincia a lavorare come disegnatore per varie testate. Debutta sul settimanale satirico Il Monocolo per proseguire sui prestigiosi La Tribuna Illustrata e Il Travaso.
Tra il 1925 e il 1926, incoraggiato da Telesio Interlandi, lavora su alcune sue pubblicazioni satiriche come Il Tevere e Il Caffè.
Nel 1928, a causa del suo carattere deciso e delle sue idee politiche, contrarie a quelle del sempre più radicato fascismo, Leporini è costretto a emigrare in Germania. A Berlino conosce Grosz, che lo inserisce nella redazione del Lustige Blätter, dove lavora come illustratore a partire dal 1929. Sette anni dopo, nel 1936, inviso anche ai nazisti, è costretto a fare ritorno in patria.

All’inizio degli anni Quaranta si trasferisce a Milano, la capitale italiana dell’editoria, dove intraprende un’intensa attività come disegnatore di fumetti accanto ad autori quali Rino Albertarelli e Walter Molino, collaborando con le principali case editrici di periodici per ragazzi e non, a partire da Mondadori.
Tra il 1939 e il 1941 lo troviamo su PAPERINO (“La regina dei Caraibi”, scritta da Federico Pedrocchi e “Jolanda la figlia del Corsaro Nero”, sceneggiata da Guido Mellini) e su TOPOLINO con la seconda parte del serial Un gentiluomo di sedici anni (la prima parte è stata disegnata da Albertarelli).
Nel 1942 pubblica storie per la Edital sull’ALBO DEI BAMBINI, sull’ALBO DEI RAGAZZI e su RAGAZZI AVVENTUROSI. Disegna il salgariano “Il Corsaro Nero” (1939-41), in cui subentra ad Albertarelli, Molino, G. Natoli, e “Capitan L’Audace" (1943), lunga avventura di cappa e di spada scritta da Pedrocchi e disegnata inizialmente prima da Molino e poi da Edgardo Dell’Acqua.
Nel 1943 disegna anche “La zattera del naufragio”, riduzione a fumetti di un romanzo di Emilio Salgari firmata da Luigi Motta, che appare nell'aprile dello stesso anno su L’AVVENTUROSO, e disegna insieme a Libico Maraja, Mai e Caprioli vari episodi del serial Le aquile di Roma (testi di Cesare Solini) apparso su LE PIÙ BELLE AVVENTURE della Casa Editrice Alpe. Due anni più tardi, su testi di Pedrocchi, realizza il serial Gengis Khan per DINAMITE (Casa Primula Editrice) e illustra varie tavole della DOMENICA DEL CORRIERE.

Nel 1946 il racconto “La montagna dell’oro”, disegnato da Leporini e sceneggiato da Luciano Pedrocchi, viene pubblicato in appendice ad ALBI 3 SPADE delle Edizioni il Carro, mentre su ALBI DINAMITE n. 4 (7 marzo) esce la storia “Il cammeo maledetto”.
Sempre nel 1946, il disegnatore romano lavora al settimanale Gemma, uno dei tanti femminili che imitano Grand Hotel. Nel 1947 disegna i due episodi de “Il cobra bianco”, apparsi sul giornale contenitore Urrà delle Edizioni Mondiali e pubblica “Cristiano il Corsaro” (sceneggiatura di Pedrocchi) su IL GIORNALINO DEL CAROCCIO, diventato poi CINEROMANZO SALGARI. Il 10 gennaio 1948 firma “Ingrid, l’ultima Valkyria” su ALBI URRÀ n. 28, mentre a marzo iniziano a uscire in edicola gli albi di MACISTE (Edizioni Milano), in cui Leporini si alterna alle matite a Giuseppe Cappadonia.
Nel 1949 Tea Bonelli, direttrice della Casa Editrice Audace, lo chiama per realizzare la serie I quattro picciotti, pubblicata in appendice ai numeri 36/41 di MANI IN ALTO!
Nel 1951 scrive, disegna ed edita la pubblicazione di RAGAZZI IN GAMBA, breve (solo 6 numeri) serie avventurosa a striscia.
Lavora per innumerevoli quotidiani, riviste letterarie, periodici umoristici, politici e per ragazzi, spesso firmandosi Sem. Pubblica anche tre libri per bambini e ne illustra moltissimi altri per editori del nostro Paese.

Nel 1947 avvia una collaborazione con la Casa Editrice Universo, producendo storie sia per il giornale INTREPIDO (la serie aviatoria La Freccia D’Argento, realizzata da autori vari e Il tenente dei dragoni, 1947-49, testi di Treddi, pseudonimo dell'editore Domenico Del Duca), sia per la collana ALBI DELL’INTREPISO, per cui firma, tra il 1949 e il 1951, 25 numeri.
Con il tempo, Leporini abbandona il fumetto per dedicarsi alla pittura, impegno che porta all’allestimento di una decina di mostre, fino agli anni Sessanta.
Creazione scheda: DC, 27/03/2022
Ultima modifica: DC, 27/03/2022