GUIDA AL FUMETTO PERSONE Carpi Giovan Battista
Giovan Battista Carpi Italia
autore unico, disegnatore
16 Novembre 1927 - Genova, Italia
8 Marzo 1999 - Genova, Italia
Pittore, illustratore, disegnatore e soggettista di fumetti, Giovan Battista Carpi è uno dei massimi talenti della grafica e dell’umorismo espressi in Italia. E anche un maestro nel senso più completo della parola.Giovan Battista Carpi nasce a Genova il 16 novembre 1927. Dopo l’Accademia di Belle Arti e l’apprendistato presso il pittore Giacomo Picollo, debutta nel campo dei fumetti nel 1945, con il periodico FAVILLE, a cui segue il tabloid didattico LO SCOLARO.
La prima storia lunga a fumetti di Giovan Battista Carpi con un soggetto proprio risale al 1947 e s’intitola “Celestino al centro della Terra”. È pubblicata a puntate di una pagina ciascuna sulla rivista di grande formato IL GIORNALINO DI CARROCCIO, che si avvale di collaborazioni di tutto rispetto. Basti pensare a Luciano Pedrocchi, lo sceneggiatore accreditato come inventore del fotoromanzo, e agli illustratori Giacinto Gero Galbiati, Giorgio De Gaspari e Rino Albertarelli, cui era riservata l’immagine di copertina. Il buffo Celestino lega il suo nome al particolare tipo di bicromia adottata sul GIORNALINO DI CARROCCIO per le pagine interne, dove un blu sbiadito sostituisce in stampa i toni neri e grigi.
A Milano, sempre nel 1947, lavora nello studio di animazione dei fratelli Pagot e si occupa di illustrazione e fumetti per ragazzi, e più in generale di vignette comiche, un filone che lo porterà nel 1951 a vincere il Premio “Candido” per il disegno umoristico. È il primo di una importante serie, culminata con lo Yellow Kid alla carriera al Salone Internazionale dei Comics, a Roma, nel 1995.
Fra le prime esperienze fumettistiche ci sono quelle condivise in uno studio comune, nel natio capoluogo ligure, con i colleghi Giulio Chierchini ed Ernesto Piccardo. È in questo gruppo di lavoro che nascono le avventure del diavolo buono GEPPO, uno dei personaggi italiani per ragazzi più popolari, e prima ancora quelle di VOLPETTO e della forzuta NONNA ABELARDA, e di molti altri ancora.
A partire dal 1953, Carpi si cimenta coi fumetti dei personaggi di Walt Disney, divenendo nel contempo anche il più interessante illustratore Disney a livello planetario. Alla redazione di TOPOLINO, Carpi arriva in coppia con Giulio Chierchini. La prima storia in cui i due artisti conterranei lavorano è una sceneggiatura di Guido Martina dal titolo “Paperino e il suo fantasma”, che appare il 18 ottobre 1953 sul n. 42 degli ALBI D’ORO. “Topolino e il pesce cannibale” (ALBI D’ORO n. 14 del 4 aprile 1954) segna il primo approccio di Carpi, ancora insieme a Chierchini, al cosmo di Topolinia. “Paperino e la corsa del baleno” (ALBI D’ORO n. 36 del 9 settembre 1956) è invece la prima storia che Carpi ricordava di aver disegnato completamente da solo.
Sul pocket disneyano, la storia d’esordio realizzata da Carpi con l’aiuto di Chierchini è “Paperino e il muro del riso”. Intanto, l’attività dell’artista si ramifica e intensifica. Per i periodici Disney, Carpi elabora anche molte copertine: dai già citati ALBI D’ORO si passa all’ALMANACCO TOPOLINO, dai CLASSICI DI WALT DISNEY alle pubblicazioni speciali, come quella legata alla scomparsa di Walt Disney nel dicembre 1966. Proprio a Carpi spetta, infatti, il compito di ritrarre, sulla copertina del magazine di attualità “Epoca”, l’immagine indimenticabile di un TOPOLINO in lacrime sotto l’albero di Natale per la perdita di “papà Walt”.
Nel 1969, Carpi dà il via alla fortunatissima collana dei “Manuali delle Giovani Marmotte”, tradotta in tutto il mondo. In seguito illustra, tra l’altro, le collane “Enciclopedia Disney”, “In giro per il mondo con Disney” e “Avventure nella natura”.
Con sceneggiature altrui o anche proprie, in quasi quarantacinque anni di tavole disneyane, Carpi scodella un numero sterminato di storie, alcune delle quali sono vere pietre miliari nella storia del fumetto umoristico italiano. Tra queste, ricordiamo almeno “Topolino e la rivolta delle ombre”, “Paperino e il re del fiume d’oro”, “I Sette Nani e l’incantesimo della regina”, “Pippo e il maniero del prozio Veniero”, “Paperino missione Bob Fingher”, “Paperino e i candidati al CIAO”, “Topolino Kid e Pippo Sei-colpi”, “Topolino presenta: Cristoforo Colombo”.
Uno dei cicli più originali creati in Italia nell’ambito del fumetto Disney è quello delle “Grandi Parodie”, nate per prendere bonariamente in giro, valendosi dei principali personaggi disneyani, opere della letteratura, del teatro, del cinema, della lirica. Carpi dimostra subito un debole per le storie di questo tipo, specialmente quando ha modo di sfoggiare la sua abilità a ritrarre abiti, arredi e ambienti lontani dal nostro tempo. Una passione, questa, che l’artista avrà modo di sfogare anche con memorabili storie in costume, a partire da “Paperino principe di Dunimarca”, del 1960, parodia dell’”Amleto” di William Shakespeare.
In seguito, restano memorabili le epiche storie “Paperino e il vento del Sud”, ispirata al romanzo di Margaret Mitchell “Via col vento”, il breve ciclo salgariano “Sandopaper e la perla di Labuan” e “Le due tigri”, la tolstojana “Guerra e Pace” e “Il mistero dei candelabri”, rivisitazione dei “Miserabili” di Victor Hugo.
A Carpi va anche il merito di aver lanciato nel 1969 il personaggio di PAPERINIK, identità segreta attribuita a PAPERINO, pensata anche per gratificare i lettori, stufi di vedere il loro beniamino nelle vesti di eterno sconfitto. Nell’immaginare questo alter ego vincente del Papero solitamente sfortunato, la caporedattrice di TOPOLINO Elisa Penna si ispira idealmente non tanto agli eroi neri italiani che, sulla scia di DIABOLIK, sfoggiano nel loro nome una sinistra lettera “K”, quanto alla loro divertente parodia televisiva: il goffo Dorellik, interpretato da Johnny Dorelli nello show televisivo “Johnny sera” nel 1967 e portato sul grande schermo l’anno seguente. La prima avventura del simpaticissimo raddrizzatore di torti viene pubblicata sui nn. 706 e 707 di TOPOLINO col titolo “Paperinik il diabolico vendicatore”, sceneggiata da Guido Martina e disegnata da Giovan Battista Carpi. L’artista genovese è infatti il creatore del costume con mantello e calzamaglia nera a cui si sarebbero rifatti, con qualche lieve modifica e aggiustamento di tiro, anche altri disegnatori disneyani.
Nella storia di esordio, PAPERINO scopre in una villa diroccata il diario segreto del ladro gentiluomo Fantomius, e decide di emularne le gesta, vendicando torti subiti personalmente e da altri. A quasi trent’anni dalla sua creazione, Carpi disegnerà un sequel del debutto dell’eroe mascherato di Paperopoli su sceneggiatura di Fabio Michelini: “Paperinik e il ritorno a Villa Rosa”.
Nel 1970, Carpi illustra i primi personaggi Disney apparsi su francobolli. Si tratta della serie Omaggio a Disney, comprensiva di dieci emissioni che raffigurano Gambadilegno (Lire 1), Archimede Pitagorico (L. 2), Pluto (L. 3), Minni (L. 4), Paperino (L. 5), Pippo (L. 10), Zio Paperone (L. 15), Qui Quo Qua (L. 50), Topolino (L. 90), Mowgli e Bagheera del Libro della Giungla insieme a Walt Disney (L. 220).
Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, quando la Disney Italiana, dal 1988 editrice diretta di TOPOLINO, offre a Carpi la possibilità di realizzare il sogno di qualsiasi Maestro: quello di dar vita a una Scuola. Per la prima volta, sotto la guida del disegnatore genovese, TOPOLINO forma direttamente gli autori - disegnatori, illustratori e sceneggiatori - necessari per far fronte alla sempre più vasta produzione Disney. Su questo nucleo di talenti emergenti poggerà poco più tardi l’Accademia Disney, che continuerà a svilupparsi sotto la direzione di Roberto Santillo, l’allievo di Carpi a cui il maestro genovese passa in seguito il testimone.
La produzione di Carpi più significativa di questo periodo è racchiusa nella collana “Walt Disney presenta”. Qui, Carpi realizza spettacolari immagini di taglio iperrealistico, coinvolgendo alcuni nuovi talenti da lui educati di fresco allo stile disneyano: Giovanni Scolari, Leopoldo Barbarini, Lucio De Giuseppe e Stefano Pachì. Nel primo volume della serie, “Walt Disney presenta Topolino” (1992), Carpi riprende anche un discorso lasciato interrotto anni prima, quando su TOPOLINO aveva lanciato la voga delle cosiddette “storie dipinte”, piccoli capolavori del fumetto, colorati con una tecnica particolare che dà alle immagini un effetto tridimensionale. Con “Topolino e il mistero dell’Apprendista Stregone”, scritta da Luca Boschi, descrive quindi in un tripudio di colori il dietro le quinte del celebre episodio di “Fantasia” (1940) basato sulla partitura di “L’apprendista stregone” di Paul Dukas.
Articolo di Luca Boschi tratto dalla collana TOPOLINO STORY (RCS, 2005).
Creazione scheda: Dea Brusorio, 21/10/2015
Ultima modifica: Dea Brusorio, 21/10/2015
Ultima modifica: Dea Brusorio, 21/10/2015