Akim Italia, 10 Febbraio 1950

Roberto Renzi, testi - Augusto Pedrazza, disegni

Se Tarzan di Edgar Rice Burroughs è il capostipite degli uomini-scimmia, diversi sono i suoi epigoni. Molti non hanno saputo discostarsi dal modello originale, passando ben presto nel dimenticatoio. Akim, la scimmia bianca, invece, è riuscito a conquistarsi un pubblico fedele di lettori. La serie si presenta fin dal suo esordio come un miscuglio naïf di presunta verosimiglianza e bizzarre invenzioni: le origini del personaggio vengono presentate come fatti realmente accaduti, con il naufragio del console britannico Fredrick Rank e di sua moglie Lidia, dal quale scampa solo il figlio Jim, salvato da un gorilla. È proprio l’apparizione degli animali nella storia, però, a rappresentare la svolta più estrosa della collana: questi, infatti, parlano come se fossero umani. E sono tali loquaci comprimari, come il gorilla Arab (che nel 1967 viene ribattezzato con il nome di Kar) e la pantera nera Orrg, a conquistare il lettore, soprattutto nelle prime storie, in cui il disegno è ancora piuttosto approssimativo. La serie presenta altri personaggi umani, come la fidanzata del protagonista, Rita Turner, e il figlio adottivo Jim.
Sono però gli animali, che hanno scelto Akim come loro amico e portavoce, a farla da padroni: tra loro le scimmiette Zig e Ming, l’orso Brik e il leone Rag. Diverse delle tematiche ricorrenti nella serie sembrano proporre un messaggio di tipo proto-ecologista. Gli ideali che la scimmia bianca propugna, infatti, sono quelli della convivenza pacifica tra uomini e animali e del rispetto per la natura. Oltre ai nemici più stravaganti, quindi (dall’alieno Mixor al ciclope nero Terror), Akim si trova spesso a combattere contro gli esponenti della civiltà moderna che non si preoccupano di distruggere gli equilibri naturali. La fonte di ispirazione dichiarata dallo sceneggiatore Roberto Renzi, in questo senso, non è tanto il celebre personaggio di Burroughs, quanto il “Kim” di Rudyard Kipling: “Re degli animali, re bonario che si difende dall’intraprendenza dei bianchi visti sempre come sfruttatori”.
Akim è tradotto con successo per anni in Francia e in Germania. Quando in Italia, sul finire degli anni Sessanta la tipografia di Marino Tomasina cessa la pubblicazione della serie, gli stessi autori (con la collaborazione ai disegni di Pini Segna e Franco Oneta) continuano le sue avventure per il mercato d’Oltralpe con le Editions Aventures et Voyages. Nel 1976 queste storie vengono tradotte in Italia (da Giorgio Pezzin e Gianni Bono) in una nuova collana dedicata al personaggio, edita da Altamira prima, e dalle Edizioni Quadrifoglio poi. Il primo numero di questa testata, dal titolo “Il figlio della giungla”, viene però scritto ex novo dai creatori della serie, che propongono ai lettori differenti origini del personaggio. A partire dal 2003 le storie vengono di nuovo ristampate, dalle Edizioni if, con le suggestive copertine di Corrado Mastantuono.

Davide Barzi
Creazione scheda: GC, 18/09/2015
Ultima modifica: GC, 18/09/2015