FUMETTO! 150 ANNI  8 Ottobre 2015

I protagonisti: Romano Calisi

Attraverso lo studio di più discipline, Calisi ha dato un contributo organico alla conoscenza dei fumetti.

La svolta si annuncia una sera del 1964, mentre si sta tirando tardi all’ombra del Palazzo del Parco di Bordighera. Ci si chiede se gli autori di comics non meritino un trattamento simile a quello di cui, dal 1947, godono ogni anno i cartoonist partecipando al Salone dell’Umorismo.

Mostre, incontri, qualche dibattito e poi anche convegni tematici offrono loro un’occasione per verificare lo status di un settore particolare dell’editoria, da quella libraria a quella della stampa quotidiana e periodica. È Romano Calisi a sostenere con il calore e l’entusiasmo che lo distinguono la quasi obbligatoria nascita di un avvenimento analogo, necessario per mettere a confronto quanti, in diverso modo, sono interessati al fenomeno dei comics. O meglio, a quello della “stampa a fumetti”, giacché all’epoca non esistono riviste sull’argomento, né i banchi delle librerie allineano studi, analisi o peregrinazioni critiche incentrate sull’universo degli eroi disegnati.

Assistente di Luigi Volpicelli, direttore dell’Istituto di Pedagogia dell’Università di Roma, Calisi, guidato da una naturale curiosità intellettuale, assolve al tempo con passione due incarichi di rilievo in ambito accademico: è segretario generale del Centro di Sociologia delle Comunicazioni di Massa e, insieme, dirige il trimestrale Comunicazioni di Massa. Nata nel giugno 1963, la testata vara due anni più tardi, quale proprio supplemento, dei “quaderni” monografici, pure curati da Calisi, volti a fornire “un contributo organico di idee, sviluppato a partire da diverse specializzazioni scientifiche, per una più approfondita conoscenza di un vasto settore (quello dei comics, NdR) della cultura di massa”.

"Calisi è un convinto sostenitore interdisciplinarità."

Decisamente isolato nel sostenere i fumetti in ambiente accademico (“pensiamo senza pregiudiziali all’estensione del fenomeno comics, alle migliaia di giornali a fumetti distribuiti in Italia: questa la premessa e la ragione dell’interesse scientifico a livello universitario per la stampa ad immagini”), Volpicelli garantisce il suo appoggio a Calisi e, insieme, non trascura, da vicepresidente del Comitato organizzatore, che il nascente Salone Internazionale dei Comics goda di un autorevole Comitato scientifico da lui stesso presieduto. Convinto sostenitore dell’interdisciplinarità e di un dialogo che deve radunare più conoscenze, una volta nominato direttore del Salone, Calisi conferma le proprie convinzioni radunando un Comitato promotore (italo-francese-spagnolo-svizzero) formato proprio da figure di difforme formazione e interessi. Per ricordarne alcune: un sociologo (Pierre Strinati), un fotografo (Lanfranco Colombo), un medico (Pino Donizetti), un artista (Jacques Lob), un semiologo (Umberto Eco), un cultore della paraletteratura (Francis Lacassin). Essendo egli stesso un attento studioso delle connessioni antropologiche ed etnografiche di sequenze e fotogrammi, chiama a sé una nutrita pattuglia di esponenti del mondo del cinema, da Alain Resnais a Luis Gasca, da Luigi Di Gianni a chi firma queste righe.

Seguendo le linee tracciate da Calisi, intense sedute di lavoro occupano per due giorni, nel febbraio 1965, i relatori della Tavola Rotonda Internazionale sulla Stampa a Fumetti, i convegnisti della futura Federazione Internazionale dei Centri di Ricerca sui Comics, e pure i responsabili delle mostre allestite a ricordo di artisti scomparsi (Antonio Rubino e Louis Forton) o diversamente legate all’attualità: dalla fantascienza alla pop art, al mondo disneyano. Nonostante l’ottimo esito del Salone, problemi di contributi comunali obbligano a mutare sede. Intervenendo presso il sindaco di Lucca, Volpicelli risolve l’empasse e consente a Calisi, in precedenza tra i più attivi animatori dell’Archivio Italiano della Stampa a Fumetti (anche editore della rivista Comics quale organo ufficiale del Salone), di fissare un appuntamento annuale a tutt’oggi immutato.

Sempre più occupato da impegni universitari e sollecitato da offerte dell’Unesco, chiusa la quarta edizione, Calisi lascia la direzione del Salone. Rimasto ancora per qualche anno nel direttivo lucchese, si dedica soprattutto al rapporto scuola-fumetto, da sempre al centro dei suoi interessi. Nel 1973 realizza a Sansepolcro il progetto a lungo sognato e affinato dell’INDIM (Istituto Nazionale per la Documentazione sull’Immagine), una struttura pensata per il mondo dei docenti ai vari livelli, ai quali si rivolge il bimestrale Comicscuola.

Vittima di un incidente d’auto su una pista in Tanzania, mentre sta svolgendo un programma di ricerche per l’Unesco, Calisi chiude troppo presto un’esistenza segnata da un’intensa attenzione e rispetto per le culture altre, significativamente quelle dei popoli primitivi. Nel 1984 il Salone di Lucca gli ha intitolato il premio Romano Calisi dedicato a una tesi di laurea sul cartooning. Dopo il 2000, essendo morta anche la moglie Vittorina, il premio ha portato il nome di entrambi.

Claudio Bertieri

A questo link il video della conferenza Albissola Comics 2013: omaggio a Romano Calisi, intervengono Claudio Bertieri, Andrea Calisi, Giulia Calisi, Luigi F. Bona e Marco Frassinelli.

 



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