ARCHIVI  21 Marzo 2016

Il Giro di Zoolandia a... 78 giri

Radiocronaca sportiva, sceneggiata da Craveri nel 1938, in due dischi finalmente ritrovati

Nel gennaio 1938 il Vittorioso inaugura il Grande Concorso Sportivo a pronostici, abbinato al racconto a fumetti Il Giro ciclistico di Zoolandia. Di lì a breve la redazione annuncia la messa in vendita dei Dischi Vitt, con l’adattamento fonico della storia.

Il Giro di Zoolandia a... 78 giri

A poco più di un anno dalla sua prima apparizione in edicola il 9 gennaio 1937, la direzione de il Vittorioso si attiva per aumentarne la diffusione con la pubblicità, le promozioni e la vendita di distintivi di appartenenza, di cartoline Vitt (disegnate da Sebastiano Craveri), di apparecchi da proiezione e di libri.
Allo scopo di fidelizzare ancor più i propri lettori, ai primi giorni del 1938 (sul n. 2 del 15 gennaio) il Vittorioso inaugura il Grande Concorso Sportivo a pronostici, abbinato al racconto a fumetti di Craveri dal titolo Il Giro ciclistico di Zoolandia, la cui prima puntata inizia a pagina 8 dello stesso numero, e termina nel n. 15 del 16 aprile 1938. Sono quattordici puntate in tutto, ma le tappe del giro ciclistico, che poi sono quelle che servono per il concorso, sono sette. Nella finzione a fumetti i vincitori delle tappe saranno rispettivamente: Giraffone, Bull, Micio, Birba, Porcellino, di nuovo Micio e Jojò. La classifica finale invece vedrà vincitore Giraffone.

Per ogni tappa i premi messi in palio sono quelli comuni in questi concorsi per ragazzi (macchina fotografica, fonografo, penna stilografica, ping-pong), non manca una cassetta Cinzano, con quattro bottiglie di vermout. I tagliandi compilati che giungono in redazione assommano in media a 10-12 mila a tappa. Ai vincitori finali saranno destinati: una bici Freyus, una Radiobalilla, un apparecchio fotografico Agfa e altri premi minori. Peccato che per partecipare al concorso si dovesse inviare un talloncino, ritagliato dal settimanale. Ma era pratica usuale nei giornalini per ragazzi dell’epoca. Per la cronaca, alla fine del Grande Concorso Sportivo risultò vittorioso il piemontese Mario Cordero da Chivasso. Ma a differenza di altre iniziative simili, il cineromanzo e il concorso a esso abbinato non rimasero fini a se stessi né confinati all’interno del settimanale. Al contrario generarono un apprezzabile seguito anche se, alla fine, di modesto risultato.

I Dischi Vitt
Nel n. 26 del 2 luglio 1938, la redazione comunicò, con un po’ di enfasi, ai giovani lettori che erano posti in vendita due dischi (i Dischi Vitt, allestiti dalla ditta Cetra di Torino – come recita il comunicato), con incisa questa storia craveriana, ridotta, adattata e sceneggiata fonicamente e con un titolo somigliante all’originale: Corsa ciclistica di Zoolandia. Lo scopo è quello di “seguire, attraverso le descrizioni dell’annunciatore, le varie fasi del Giro, ascoltare le impressioni dei concorrenti, gli strilli del Giudice, le proteste di Loro, la banda degli asini e mille altre cose belle!!”.
Sul n. 28 del settimanale ci fu un altro piccolo strillo tipografico e infine un ultimo richiamo comparve, a pagina intera, all’interno del n. 5 della serie Gli albi del Vitt (suppl. al n. 47 del 26 novembre 1938), ovvero la ristampa in albo del Giro Ciclistico di Zoolandia, già uscito a puntate sul Vittorioso.
A ben vedere, a questa riduzione discografica la redazione, o la proprietà, aveva pensato da tem­po, si potrebbe dire quasi contemporaneamente agli esordi sul settimanale del racconto di Craveri. Perché sull’etichetta dei due dischi si può appurare come il primo sia stato depositato – a norma di legge – già l’8 aprile di quell’anno, e il secondo poco più di un mese dopo, quindi ben tre mesi prima dell’avviso pubblicitario comparso sul n. 26!
Un tentativo, invero poco felice, quello di abbinare i dischi all’albo con il medesimo racconto, come a voler dire: leggi e ascolta. I piccoli lettori amavano leggere e rileggere l’avventura, vivendola e fantasticandola. I dischi, chissà, risultavano fuorvianti. Infatti di lì a breve di queste registrazioni non si seppe più nulla. La guerra, e le difficoltà conseguenti, giocarono senz’altro un ruolo decisivo; per di più il costo era rilevante, ben 37,50 lire per entrambe le registrazioni a fronte delle 15 lire per un abbonamento annuale al Vittorioso. Non furono molti quelli che li acquistarono, anche se alcuni esemplari potrebbero essere forse ancora nascosti in qualche parrocchia. A ogni modo, l’esperienza discografica non ebbe più seguito.
Invero con il 1939 iniziò il nuovo Grande Concorso Polisportivo di Zoolandia, disegnato sempre da Craveri, di solo quattro tappe (cioè otto puntate), i cui premi messi in palio avevano la consistenza del concorso che l’aveva preceduto. Ma senza alcuna produzione di dischi.
Poi per cinque anni sul settimanale non comparve alcun seguito di questi racconti a fumetti, fino a che non vide la stampa il Secondo Giro di Zoolandia, dal n. 14 del primo maggio al n. 24 del 31 luglio 1943, per un totale di undici puntate. Una corsa in cinque tappe, già percorse nel Giro ciclistico precedente, chi­lometraggio incluso, con i medesimi concorrenti che gareggiavano però in tandem. Anche a questa gara era abbinato un concorso con l’identico regolamento e la raccolta dei tagliandi da ritagliare, ma i premi per i vincitori sia di tappa sia finali, erano risibili rispetto ai precedenti: una penna, un tennis tavolo, tre libri Ave. Le vicissitudini belliche non permisero di conoscere né la classifica della quinta tappa né l’assegnazione del premio finale, del resto mai precisato. E anche in questo caso nessun disco vide la luce.

Le etichette dei dischi
Tornando al 1938, fu la ditta Dischi Cetra, allora di proprietà dell’Eiar, ad assumersi il compito della registrazione del racconto fonico, per il quale allestì due 78 giri. In gommalacca speciale (numero di produzione/serie DR 103 e DR 104), del diametro di circa 25 cm, furono incisi su entrambe le facciate. All’ufficio di Propaganda Fonografica ‘Veritas’, di via Cavalleggeri a Roma era deman­data la loro commercializzazione. I dischi erano contenuti in buste standard senza altre indicazioni (talora il nome della casa discografica), con un foro centrale per permettere la lettura dell’etichetta, come da consuetudine del tempo.
Lungo l’etichetta è stampato il colophon, composto con il seguente testo comune: Serie con testi approvati dalla Autorità Ecclesiastica / Fabbricato dalla C.E.T.R.A. per l’Ufficio di Propaganda Fonografica Cattolica. È strana l’esigenza dell’approvazione ecclesiastica per un testo che deriva direttamente da un racconto a fumetti del Vittorioso, che già in origine era stato approvato dalla stessa autorità religiosa. Ma forse tale riscontro era necessario per comprovare che queste registrazioni facevano parte della “buona stampa”, anche se come adattamento sonoro successivo.
Sul primo disco [DR 103] l’etichetta recita: Corsa ciclistica di Zoolandia / (Craveri & Avanzi) – Grottesco / (Animalopoli – Falacuccia km 279 – Due traguardi a premio) / Compagnia di Prosa dell’EIAR / diretta dal Cav. Massucci.
Sul secondo [DR 104]: Seconda Corsa ciclistica di Zoolandia / (Craveri) – Grottesco / (Falacuccia – Animalopoli km 296 – Traguardi a premio) / Compagnia di Prosa dell’EIAR / diretta dal Cav. Massucci.

Adattamento scenografico
L’adattamento fonografico richiese un modesto cambiamento del titolo del racconto, da “Giro ciclistico” a “Corsa ciclistica”. Il secondo disco si chiamò, forse per ragioni editoriali, Seconda corsa ciclistica di Zoolandia, anche se esso rappresentava solamente la seconda parte della sceneggiatura del cineromanzo di craveriano.
Ma chi erano i protagonisti in questa nuova avventura discografica? Essi furono principalmente il nostro Craveri, l’autore del racconto a fumetti pubblicato sul Vitt, in stretta collaborazione con E.M. Avanzi (il cui nome compare solo sull’etichetta del primo disco). Costui era un famoso paroliere, degli anni a ridosso della Seconda guerra, che collaborò tra l’altro con l’Orchestra Cetra, Pippo Barzizza e altri cantanti in voga a quel tempo (come il Trio Lescano), operando per i Dischi Parlophon ma pure per la Cetra. Avanzi aveva anche partecipato “musicalmente” alla guerra italo-etiopica con l’operetta di un atto Piccolo Legionario, e con i versi evocativi presenti nella canzone di Tito Petralia, Fiore imperiale (“I fasci del littorio là sull’ambe… innanzi al Duce vincitor… i piccoli moretti… marceranno dritti e fieri…” ).
A guardar bene, il nostro Craveri non aveva fatto molta fatica a sceneggiare per l’ascolto il suo cineromanzo. La strada infatti era già tracciata. Il fumettista aveva fin dall’inizio pensato e disegnato il suo racconto a puntate, con un preciso taglio “radiofonico” come fosse una radiocronaca diretta della corsa ciclistica. Basta (ri)leggerlo ancora una volta, e sembra di ascoltare il radiocronista come noi lo udivamo una volta alla radio. In definitiva, il percorso era spianato e la sceneggiatura disco­grafica molto facilitata. E i dischi stampati e depositati ancor prima del termine del Giro ciclistico sul settimanale. Ecco la ragione dell’uscita – a breve distanza uno dall’altro – del racconto sul settimanale, della promozione dei dischi e della ristampa del fumetto sull’Albo del Vitt.
La sceneggiatura progettata ed elaborata da Craveri, con l’aiuto di Avanzi, venne poi interpretata dalla Compagnia di prosa dell’EIAR, diretta da Riccardo Massucci (1879-1968). Costui fu attore teatrale e radiofonico, ma in particolar modo un celebre regista di riviste, varietà e spettacoli d’arte varia e per bambini, sia alla radio sia sul palcoscenico. La persona giusta al posto giusto.

La “lettura” dei dischi
Dopo molte ricerche, non certo facili, sono riuscito dapprima a individuare i due dischi e poi a ottenerne la registrazione audio (completa per le quattro facciate) e le loro immagini (ICBSA – Roma). Ho prov­veduto quindi alla trascrizione di tutta la registrazione fonografica, che – a parer mio – appare (ab­bastanza) fedele all’originale. Compresi i versi degli animali, i rumori di fondo e quelli della folla.
Il cineromanzo di Craveri è sceneggiato per l’ascolto e perciò le diverse tappe ciclistiche, e gli eventi che accadono durante la corsa, sono tutti rappresentati fonicamente. Naturalmente il contorno del racconto, l’adattamento del testo all’ascolto e il sottofondo è quello che ci si aspetta da una rappresentazione di tipo radiofonico.
Per facilitare la lettura della trascrizione della fonia, conviene presentare come è stata suddivisa la sceneggiatura del racconto di Craveri nelle quattro partiture discografiche. Il primo disco [DR103] comprende un’unica tappa (Anima­lo­po­li – Falacuccia) all’interno della quale vi sono due traguardi volanti (“a premio”, come si precisa nell’etichetta), che sono Posalosso e Coccodè. In particolare nella prima facciata (Parte I) la corsa termina a Posalosso, mentre nell’altro lato (Parte II) si transita da Coccodè per poi terminare il percorso a Falacuccia.
Nell’altro disco [DR 104], la tappa successiva ha inizio a Falacuccia e si conclude ad Animalopoli. In dettaglio: sul primo lato (Parte I) il racconto della corsa termina a Passavia, in quello opposto (Parte II), dopo il traguardo volante di Bonagreppia e quello di Setipiglio, questa seconda corsa a tappe si conclude ad Animalopoli. La durata globale dell’ascolto discografico originale è di circa 14 minuti suddivisi, abbastanza equamente, tra i due dischi e quindi tra le 4 facciate (3 minuti e mezzo circa cadauna).
Un ultimo avvertimento: nel racconto craveriano pubblicato sul settimanale, l’ultima tappa terminava con la vittoria di Jojò, e Giraffone era primo nella classifica generale; nella resa fono-discografica invece non vi è alcun accenno a Jojò, ma solo a Giraffone come vincitore finale di questa Seconda corsa ciclistica.

La registrazione audio-discografica
Tra gli Allegati è riportata la trascrizione completa della rappresentazione fonica e le prime pagine dell'albo Il Giro di Zoolandia. Entrambi ci permettono di raffrontare la lettura con l’ascolto della prima parte del primo disco, riprodotta nell’mp3 che si trova qui sotto.
Buona lettura, ascolto e visione a tutti!  

Giannantonio Buffatti
Articolo scritto per Vitt & Dintorni n. 29, dell’agosto 2015, rivista dell’Associazione Amici de “il Vittorioso”.