PROTAGONISTI  23 Luglio 2016

Quella volta che vidi nascere Corto Maltese…

Potrei dire che nel 1969, la sera del 2 novembre – giorno dei morti – in realtà io ho visto una nascita eccellente, quella di Corto Maltese

Ma come?!, si chiederà il mio ipotetico lettore, visto che Corto Maltese, lo sappiamo bene, è nato editorialmente nel luglio 1967, sul n.1 della rivista Sgt. Kirk. Bene, complimenti per la sua memoria, lettore… Ma non è questo il fatto cui alludo io, il quale – è vero – richiede una puntualizzazione.

Quella volta che vidi nascere Corto Maltese…

In effetti Hugo Pratt aveva concepito Corto Maltese come protagonista del racconto Una ballata del mare salato (che molti considerano il primo graphic novel italiano: ma qui non è il caso di discutere questo aspetto). In quell’avventura lui era un personaggio, magari il principale, ma sostanzialmente – diciamo così – il primus inter pares in una vicenda senza dubbio corale, ricca di altri personaggi. E Pratt aveva creato la storia appunto come un one shot: che si trascinò a puntate (saltando però alcuni numeri della rivista) fino al febbraio del 1969, quando giunse finalmente alla conclusione. A quel punto, per Corto Maltese la “carriera” fumettistica (e anche forse nella mente di Pratt) poteva dirsi conclusa.

Ora, il Pratt di quegli anni non era titolare di quella statura di “gigante del fumetto” che (giustamente) gli attribuiamo oggi, anzi: al di là di una carriera di tutto rispetto, percorsa soprattutto in Argentina fin dal 1950 e nonostante la generosa offerta dell’editore genovese Ivaldi, che aveva creato la rivista Sgt. Kirk quasi interamente dedicata alle opere di Pratt, lui in quanto autore doveva comunque arrancare un po’ a fatica. In altre parole, doveva cercarsi lui gli editori per offrire il proprio lavoro, e non viceversa, aspettare di essere richiesto dalle case editrici… È a questo punto che mi capitò di vedere la “vera nascita” di Corto Maltese, inteso come quel personaggio universale qual è conosciuto nel mondo intero, ora e non da ora. Ed ecco cosa intendo dire.

Negli scorsi anni Sessanta, il Salone dei Comics di Lucca (nato nel 1965 a Bordighera ma subito trasferitosi nella città toscana), iniziava quel processo di crescita che lo avrebbe portato alla sua nota dimensione mondiale. Nel contesto, venivano invitati autori ed editori italiani ed esteri, capaci di rappresentare quello che allora veniva chiamato “fumetto d’autore”. In quel 1969, per esempio, venivano celebrati a Lucca, fra molti altri, italiani quali i disegnatori Rino Albertarelli o Hugo Pratt ed editori come Garzanti; oppure stranieri come i disegnatori Reg Smyte o Robert Gigi e Robert Cottereau l’editore francese, insieme a Claude Moliterni, del magazine Phénix, revue internationale de la bande desinée. E per quanto riguarda il mio coinvolgimento personale, da quella “Lucca 5” fui presente per alcuni anni nel gruppetto di giornalisti che costituiva l’Ufficio Stampa del Salone.

La prima apparizione di Corto MalteseLa sera di domenica 2 novembre mi trovavo fra le persone che arrivavano alla spicciolata sulle poltroncine del Teatro del Giglio, in attesa dell’imminente proiezione del programma serale, le consuete pellicole presentate in anteprima alla manifestazione. Guardando qua e là, notai lì vicino Hugo Pratt, occupato a parlare fitto fitto con una persona che non conoscevo, un signore non più giovanissimo, non eccessivamente alto, vestito di scuro con sobria eleganza. La conversazione si protrasse per un po’ e, una volta terminata, Pratt – che conoscevo ormai da anni – mi notò e venne a sedersi nella poltroncina accanto alla mia. Avviammo due chiacchiere, scivolando su argomenti di lavoro: ricordo che mi fece sorridere la sua recriminazione a proposito di Carlo Triberti, direttore del Corriere dei Piccoli, con cui allora Pratt collaborava, lamentando le sue pretese: in particolare – diceva Pratt con ironia – vuole che gli raffiguri la battaglia [non ricordo quale] col Duomo di Milano e tutti i suoi particolari architettonici e che rappresenti scene di massa con le centinaia di combattenti disegnati nei particolari, uno per uno…

Nel fluire della chiacchierata, mi disse poi “ti ga visto queo che me parlava poco fa?” (fra noi, la lingua corrente era il nostro dialetto comune, varianti di quello veneto). Certo che l’avevo visto, confermai. E mi raccontò che era il caporedattore del noto settimanale francese Pif-Gadget, George Rieu. Il quale aveva visitato quel giorno le esposizioni di fumetti organizzate a Lucca, fra le quali anche le tavole di Una ballata del mare salato e ne era rimasto molto colpito. Lo aveva quindi cercato e trovato finalmente lì al Teatro del Giglio: gli diceva che sarebbe stato felice di avere la sua collaborazione al settimanale. E gli spiegava come esso fosse impostato, in particolare con pagine a fumetti in bianco-nero affidate a esecutori sia francesi sia di altre nazioni, comunque di alto livello. Gli diceva di aver visto la mostra – così mi raccontava Pratt, rigirandosi fra le mani e mostrandomi il biglietto da visita lasciatogli da Rieu – e di avere constatato che il suo stile rientrava con tutta coerenza in questa linea creativa del giornale. Gli proponeva quindi di incontrarsi a Parigi per discutere magari una serie di cui egli poteva essere l’autore completo.

Era un’idea rispetto alla quale Pratt era in quel momento un po’ perplesso, perché – affermava – essendo preso frequentemente dalla voglia incoercibile di affrontare un viaggio, non ci si vedeva, nel ruolo dello zelante autore, puntuale alle consegne dei lavori… “Comunque, qualcosa farò…” concluse frettolosamente, perché ormai le luci si oscuravano e iniziava la proiezione.

Pif Gadget, la rivista che fa conoscere Pratt in Francia.Sul momento la cosa finì lì, come la nostra chiacchierata. Ma qualche tempo dopo mi resi conto che avevo assistito a un evento particolarissimo, appunto la premessa alla sopra citata “nascita di Corto Maltese”. Mi capitò cioè, tempo dopo, di leggere da qualche parte che sul treno che da Genova lo portava a Parigi, Pratt ripensava alla conversazione al Teatro del Giglio e decideva di riutilizzare Corto. Sarà la svolta decisiva della sua carriera.Infatti, il 3 aprile del 1970, sul n.1296 di Pif-Gadget usciva l’episodio Il segreto di Tristam Bantam, seguito la settimana successiva dall’episodio Appuntamento a Bahia: era la prima ricomparsa di Corto Maltese dopo la Ballata. Ma questa volta sarebbe stata una lunga serie (17 episodi in due anni e mezzo, fino al n.1417 di Pif-Gadget, del 27 luglio 1972, con Burlesca e no tra Zuydcoote e Bray-Dunes) su una pubblicazione ad alta tiratura. Sarà la vera base di partenza – con 29 episodi complessivi, usciti poi in altre pubblicazioni e con ben maggiore consistenza nel numero delle tavole – per la carriera di Corto Maltese giustamente considerato, in qualche modo, un personaggio francese, e che renderà Hugo Pratt uno dei più importanti autori del mondo.

Per quanto riguarda me, mi resi conto di essere stato il primissimo a sapere – diciamo pure “non esattamente” – della nascita di Corto Maltese. In fondo non è che avessi assistito alla sua “gestazione”, ma ero stato senza dubbio il testimone estemporaneo della sua… fecondazione in vitro, in quel momento probabilmente inconsapevole perfino da parte dello stesso Pratt. A mia volta a mia insaputa, io avevo vissuto – prima assistendo a quella conversazione con Rieu e subito dopo attraverso lo scambio di opinioni con Pratt – l’esatto momento della nascita “effettiva” di quel personaggio, un vero gigante nella storia del fumetto, incessantemente riproposto in seguito a livello editoriale.

Gianni Brunoro



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