GUIDA AL FUMETTO PERSONE Ongaro Alberto
Alberto Ongaro - O. Alberti - Alfredo Nogara Italia
sceneggiatore
22 Agosto 1925 - Venezia, Italia
Nato a Venezia il 22 agosto 1925, Ongaro muove i primi passi nel mondo delle “nuvole parlanti” appena ventenne, quando, nel dicembre 1945, assieme al cugino Mario Faustinelli e all’amico Hugo Pratt, dà vita all’Asso di Picche, primo eroe mascherato “made in Italy”.Pubblicato sulla collana ALBI URAGANO, il personaggio è destinato, nonostante la sua brevissima vita editoriale che si compie in cinque anni, a diventare uno dei più importanti character avventurosi dei comics nostrani. Al nucleo composto da Pratt, Faustinelli e Ongaro si aggregano presto altri giovani autori, in maggioranza veneziani: Dino Battaglia, Giorgio Bellavitis, Ivo Pavone, Paul Campani, Ferdinando Carcupino, Mario Leone e il futuro regista Damiano Damiani. Sempre per le pagine degli ALBI URAGANO Ongaro crea la serie bellica d’ambientazione esotica JUNGLEMEN in collaborazione con Battaglia, che ne firma i disegni.
Parallelamente alla pubblicazione degli ALBI URAGANO, Pratt e Ongaro affiancano, rispettivamente per testi e le matite, Geo Ussardi, creatore di ALAN DELLE STELLE, fumetto fantascientifico pubblicato sugli ALBI COSTELLAZIONE delle Edizioni Stampe Artistiche di Roma. Inoltre, dalla fine del decennio prende vita una collaborazione che si rivelerà fondamentale per la carriera di alcuni autori dello staff dell’ASSO DI PICCHE. Se in Italia la pubblicazione si scontra con la difficile situazione post bellica, che rende difficile reperire carta e inchiostri per la stampa, l’unica edizione estera del personaggio di Pratt, Ongaro e Faustinelli, pubblicata in Argentina, non solo prosegue a ritmi serrati, ma riscuote anche uno straordinario riscontro di pubblico. È per questo motivo che, nel 1950 Cesare Civita, proprietario dell’Editorial Abril, propone ai giovani artisti veneziani di trasferirsi in Argentina e lavorare direttamente per il mercato sudamericano.
Accettano l’invito Hugo Pratt, Mario Faustinelli, Ivo Pavone e Alberto Ongaro. È proprio quest’ultimo a raccontare: “L’offerta era abbastanza vantaggiosa perché noi la accettassimo. Le storie dell’Asso di Picche cominciarono a uscire in America Latina ma ben presto l’Editorial Abril ci chiese altre storie per cui trovammo a dover scegliere tra l’Asso e la produzione sudamericana. Scegliemmo quest’ultima e sospendemmo l’Asso di Picche, non senza rimpianti e non senza rammarico da parte dei lettori”.
Da parte loro, Ongaro e Pratt, oltre a proseguire le avventure dell’ASSO DI PICCHE, localizzato in As de Espadas, danno forma ad altre serie di genere avventuroso: EL CACICQUE BLANCO (Il cacico bianco) e LEGION EXTRANJERA (Legione Straniera). Inoltre, i due autori riprendono JUNGLEMEN (Hombres de la Jungla), che in Italia si era interrotta dopo sole otto tavole. Naturalmente, Ongaro lavora anche a serie illustrate da altri disegnatori, come John Korvo e Mark Cabot. Nel 1948, l’Editorial Abril gli affida la scrittura di MISTERIX, serie fantascientifica creata due anni prima per il mercato italiano da Max Massimino Garnier (testi) e Paul Campani (disegni) e pubblicata dall’Editoriale Subalpino nella collana contenitore LE PIÙ BELLE AVVENTURE. La produzione sudamericana della saga dell’UOMO ATOMICO vede sempre Campani alla realizzazione grafica.
La collaborazione dei tre autori veneziani con la casa editrice di Civita termina nella seconda metà degli anni Cinquanta. Nel 1957 Faustinelli decide di lasciare il Sudamerica e Pratt passa all’Editorial Frontera, proprietà dello sceneggiatore Héctor Germán Oesterheld. Poco tempo dopo, anche Ongaro abbandona l’Argentina e fa rientro in Europa.
Stabilitosi a Londra, lo scrittore e sceneggiatore è assunto in qualità di inviato speciale de L’EUROPEO, settimanale di attualità pubblicato da Rizzoli e diretto da Giorgio Fattori.
Dalla capitale britannica Ongaro firma pezzi di costume e di cronaca, ma non dimentica i fumetti, che segue regolarmente e sui quali scrive articoli e recensioni.
La sua permanenza oltremanica si protrae fino al 1964 quando, dopo quattordici anni di soggiorno all’estero, Ongaro decide finalmente di fare rientro in patria. Oltre a proseguire il rapporto di lavoro con L’EUROPEO, lo sceneggiatore entra nello staff del CORRIERE DEI PICCOLI. È il periodo d’oro del settimanale per ragazzi del CORRIERE DELLA SERA che, proprio negli anni Sessanta, sotto le direzioni di Guglielmo Zucconi, Carlo Triberti e Mario Oriani, vede arricchirsi il proprio organico di autori di prima grandezza, tra i quali spiccano Hugo Pratt, Dino Battaglia, Aldo Di Gennaro e Sergio Toppi. Inoltre, nella redazione del “corrierino” Ongaro ritrova suo cugino Mario Faustinelli.
Sulle pagine del CORRIERE DEI PICCOLI si rinnova anche l’antica collaborazione tra Ongaro e Pratt. Insieme, i due danno forma a numerosi fumetti brevi e alla serie L’OMBRA, il cui protagonista mascherato deve molto all’ASSO DI PICCHE. Quest’ultimo personaggio ritorna prepotentemente nel presente di Ongaro. Nel 1967, l’editore genovese Florenzo Ivaldi vara la rivista contenitore SGT. KIRK. Il periodico, intitolato all’omonimo personaggio di Oesterheld e Pratt, ospita inoltre molte altre opere del Maestro di Malamocco, comprese quelle realizzate durante il periodo argentino. Così, oltre ad alcune storie dell’ASSO DI PICCHE, compaiono su quelle pagine numerosi episodi di JUNGLEMEN inediti in Italia.
Per Ongaro, però, il fumetto non è solo quello pubblicato sul CORRIERE DEI PICCOLI o su SGT. KIRK. Nel 1962, come molti lettori italiani, aveva fatto la conoscenza del “Re del delitto”, ovvero DIABOLIK, pocket “nero” creato dalle sorelle Angela e Luciana Giussani. È nel 1965, sulla scia di quel successo quasi deflagrato tra le mani delle due autrici milanesi, che lo sceneggiatore veneziano dà forma a JNFERNAL. Complice del progetto è l’editore e scrittore Nullo Cantaroni, che anni dopo, in collaborazione con la moglie Bice Cairati, avrebbe firmato numerosi bestseller con lo pseudonimo Sveva Casati Modignani. La serie, che avrebbe concluso la sua vita editoriale dopo due anni e venticinque albi pubblicati, vede ai disegni altri due amici di Ongaro: Stelio Fenzo e Ivo Pavone.
A metà degli anni Sessanta si apre per il fumettista veneziano la porta del cinema, una soglia che avrebbe varcato in più occasioni, seppure a distanza di tempo l’una dall’altra. Nel 1967 collabora alla sceneggiatura di "Toppo Jijo No Botan Senso" (Topo Gigio e la guerra del missile), film d’animazione diretto da Kon Ichikawa e distribuito nel mercato nipponico. Nel 1984 sceneggia il film TV "Il mistero del morca", ambientato nella Venezia degli anni Trenta.
Per quanto riguarda i fumetti, a partire dai primi anni Settanta questi incominciano a ricoprire un’importanza secondaria nella carriera professionale dello sceneggiatore. Tutto incomincia nel 1965 quando Ongaro esordisce in ambito narrativo con il romanzo "Il complice". Pubblicato da Rizzoli, il libro riceve un discreto successo ma, per circa un lustro, rimane un caso isolato, complice il fatto che l’autore è impegnato su più fronti. Nel 1970, però, arriva "Un romanzo d'avventura", edito da Mondadori.
Protagonista della vicenda è… Hugo Pratt. Proprio quel Pratt che di Ongaro è amico da sempre e con il quale ha condiviso lavoro e scelte di vita.
Si legge sul risvolto del volume: “L’avventura come dimensione essenziale, la fantasia esotica, il mondo degli eroi dell’adolescenza, sono l’incantata prigione dalla quale Hugo Pratt, disegnatore di comic strip e protagonista di 'Un romanzo d’avventura' si è sempre ostinatamente rifiutato d’uscire”.
Il testo sembra sintetizzare una comune visione della creatività, ma che da quel momento sarà espressa dai due autori attraverso media differenti. Pratt, resterà fedele al suo ruolo di “fumettaro”, mentre Ongaro preferirà dedicarsi sempre più alla prosa. Non che i fumetti siano un capitolo chiuso per lui, ma avranno un ruolo subalterno nei confronti della scrittura narrativa.
Nel 1971 Ongaro instaura una collaborazione con IL GIORNALINO, settimanale per ragazzi dei Periodici San Paolo, che si protrarrà, seppure in maniera discontinua, fino al 1984. L’esordio avviene con JIM LACY, serie di genere bellico disegnata da Gino D’Antonio che narra le vicende di un agente segreto inglese in lotta contro i nazisti. Del 1972 è IL CAMPIONE, affidata ai pennelli di Sergio Zaniboni. In entrambi i casi Alberto Ongaro si firma con lo pseudonimo O. Alberti.
Nel 1983 sceneggia la terza parte de L’ETERNAUTA, serie fantascientifica creata nel 1957 da Oesterheld e illustrata da Francisco Solano López.
Tre anni dopo Sergio Bonelli gli propone un’importante collaborazione: gli affida i testi di MISTER NO, personaggio al quale, come autore, è più affezionato. Nell’arco di nove anni, Ongaro scrive ventiquattro albi della serie mensile e lo SPECIALE MISTER NO n. 9. Sempre nel 1995 sceneggia anche un episodio di NICK RAIDER pubblicato sull’ALMANACCO DEL GIALLO n. 3. In quest’occasione, come già avvenuto per la collaborazione con IL GIORNALINO, Ongaro si firma con uno pseudonimo: questa volta è Alfredo Nogara. L’esordio sulle pagine della serie gialla creata da Claudio Nizzi coincide anche con la decisione dell’autore di prendersi una pausa dal fumetto. Una pausa che sarebbe durata cinque anni, al termine della quale lo sceneggiatore sarebbe ritornato proprio alla scrittura di NICK RAIDER. Tra il 2000 e il 2004 Ongaro/Nogara sceneggia sei episodi affidati, tra gli altri, a Renato Polese, Luigi Siniscalchi e Alberto Castiglioni.
A partire dal 1980, quella di romanziere diventa l’attività principale di Alberto Ongaro. Scorrendo il lungo elenco di titoli scritti dall’autore in oltre tre decenni, si scopre un caleidoscopio di storie avventurose che si distribuiscono nel tempo e nello spazio: “La taverna del Doge Loredan” (1980), “Il Segreto di Caspar Jacobi” (1983), “La partita” (1986, Premio Campiello), “L’ombra abitata” (1988), “Interno argentino” (1990), “I racconti di passaggio segreto” (1993), “Hollywood Boulevard” (1997), “Il segreto dei Ségonzac” (2000), “La strategia del caso” (2003), “Il ponte della solita ora” (2006), “La versione spagnola” (2007), “La maschera di Antenore” (2009), “Un uomo alto vestito di bianco” (2011), “Athos” (2014) e "Il respiro della laguna" (2016). Va ricordato, inoltre, che nel 1987, i fratelli Carlo ed Enrico Vanzina trassero dal romanzo “La partita” un film omonimo non particolarmente riuscito, nonostante nel cast figurassero attori del calibro di Faye Dunaway e Matthew Modine.
Il critico letterario del CORRIERE DELLA SERA, Antonio D’Orrico, ha scritto di Ongaro: “Ha qualcosa dei re di una volta, è munifico, ricchissimo, nobile di sentimenti, nel suo inchiostro scorre sangue blu. Ed è malinconico perché sa come tutti i maestri dell’avventura (cioè della letteratura) che il segreto del mondo è un brutto segreto, che il cuore ha luce di tenebra. Questo scrittore, che incanta e diverte, sa, come Sheherazade, che si racconta un po’ per gioco, ma molto di più per non morire. Per questo si dette principio all’arte narrativa”.
Gabriele Ferrero
Creazione scheda: GFI, 24/02/2017
Ultima modifica: GC, 24/02/2017
Ultima modifica: GC, 24/02/2017