ARCHIVI 2 Dicembre 2015
Alle sorgenti del Salone del fumetto
Quando il fumetto diventò adulto
Il primo Salone Internazionale dei Comics si tiene a Bordighera dal 21 febbraio al 2 marzo 1965. Perché nell'amena località ligure e perché proprio nel 1965 è il frutto di una temperie propizia a non considerare più il fumetto come un futile passatempo per bambini. E nel 1964 accade che…

Le tappe che portano alla nascita della prima manifestazione italiana del fumetto segnano una sorta di raggiungimento della “maggiore età” per la critica fumettistica. La presa di coscienza pubblica della propria ragion d’essere. I prodromi sono noti e significativi. Per esempio, a guerra appena conclusa, lo spazio dato da Elio Vittorini al fumetto su Il Politecnico (1945-1947), rivista di “cultura contemporanea” come recita il sottotitolo.
O, ancora, il fatto che nel 1950 si tenga a Milano un convegno internazionale dedicato al fumetto. Collegata all’iniziativa, c’è anche un’esposizione presso il Tribunale di Milano (torneremo presto con un approfondimento su questo evento finora misconosciuto).
Ma è solo alla metà degli anni Sessanta che i tempi sono veramente maturi perché energie e iniziative provenienti da più parti convergano finalmente intorno a un Salone del fumetto degno di questo nome. Ancora un paio di punti fermi.
Nel 1964 Umberto Eco dà alle stampe Apocalittici e integrati, raccolta di saggi sulla cultura di massa. Uno di questi si intitola “Lettura di ‘Steve Canyon’, Il mito di Superman e il mondo di Charlie Brown”. Per il giovane semiologo il fumetto non può più essere derubricato a roba per bambini. Semplificando, sia che si sia contrari (gli apocalittici) sia che ci si sguazzi in mezzo senza porsi troppi problemi (gli integrati) il fumetto è, a tutti gli effetti, uno dei pilastri della comunicazione per le masse e in quanto tale merita l’attenzione degli accademici.
Nello stesso tempo, per dire di un fermento e di una voglia di scoperta diffusa, la mitica libreria Milano Libri importava nel capoluogo lombardo e faceva conoscere in originale i Peanuts. È allora che il proprietario, Giovanni Gandini, “cova” l’idea di una rivista interamente dedicata al fumetto adulto, che nel 1965 diventerà Linus.
E il 1965 è anche l’anno “fatale” in cui Bordighera, che da anni è sede del Salone Internazionale dell’Umorismo ospita, il primo Salone Internazionale dei Comics. Perché Bordighera? E perché nel 1965?
Per capirlo bisogna fare un passo indietro di un anno, e non all’estate del 1964 durante XVII Salone Internazionale dell’Umorismo, svoltosi dal 26 luglio al 31 agosto al Palazzo del Parco di Bordighera, bensì all’inverno precedente.
Infatti, dal 2 al 9 febbraio 1964, sempre il Palazzo del Parco aveva ospitato il IX Festival Internazionale del Film Comico e Umoristico e vi si era tenuto un convegno sulla commedia umoristica. Tra i relatori Claudio Bertieri, critico cinematografico, Luis Gasca, che si occupa ugualmente di cinema e fumetto nel suo Paese, la Spagna (fonderà nel 1967 Cuto, la prima rivista iberica dedicata ai fumetti), Umberto Eco e l’accademico Romano Calisi, assistente del professor Luigi Volpicelli, titolare di cattedra in Pedagogia e preside della facoltà di Magistero presso l’Università di Roma.
Claudio Bertieri ha raccontato pubblicamente sul blog Fumettologicamente! che in una serata dopo il convegno i quattro si ritrovarono a parlare di come sarebbe stato utile e bello che anche i fumetti avessero avuto, finalmente, il loro salone e pertanto decisero di rivolgersi direttamente al sindaco di Bordighera e senatore democristiano, Raul Zaccari, per sondarne la disponibilità. Che ci fu! E prese la forma concreta di un finanziamento di 400 mila lire per un salone nuovo di zecca, dedicato al fumetto. Da lì in poi ci furono tra i quattro, sempre secondo il ricordo di Bertieri, diverse riunioni “operative” spesso a casa di Umberto Eco, sul lago d’Orta.
Tra le varie azioni messe in atto dai membri del gruppo, in questa sede preme mettere in rilievo quella di Romano Calisi, molto attivo non solo sul versante dell’università – posizione meritoria la sua, anche perché abbastanza isolata – ma anche al di fuori dall’istituto. Per esempio, Calisi dà vita al Comics Club, quello che sembra essere, da tutte le notizie note fino a ora, il primo club italiano dedicato al fumetto.
Di seguito, ecco come Bertieri descrive questo passaggio.
“Nell’ambito del Centro di Sociologia delle Comunicazioni di Massa, istituito presso la Facoltà di Magistero dell’Università di Roma, per iniziativa di Romano Calisi, assistente del prof. Luigi Volpicelli, preside della Facoltà stessa, nei primi mesi del 1964 viene costituito l’Archivio Italiano della Stampa a Fumetti.
Nel contempo, sempre con l’impulso di Calisi, affiancato da un gruppo di studiosi e di giornalisti, viene data vita al Comics Club, un progetto non di carattere universitario, bensì aperto a quanti sono interessati al settore della stampa a fumetti. Quale attività complementare del Club è prevista la creazione di gruppi di giovani lettori di fumetti, di cui se ne intende seguire con attenzione scientifica l’evoluzione degli atteggiamenti nei confronti dei comics.
Lo Statuto del Comics Club (ripreso di seguito nella sua integrità dalle pagine della rivista trimestrale Comunicazioni di massa, anno II, n. 4-5, marzo-giugno 1964) prevedeva, tra l’altro, all’articolo 5, Finalità: Organizzare periodicamente il ‘Salone Internazionale della Stampa a Fumetti’ con relativo convegno internazionale, in collaborazione con l’Archivio Italiano della Stampa a Fumetti, Centro di Sociologia delle Comunicazioni di Massa, e con l’Istituto di Pedagogia dell’Università di Roma.”
Oggi - grazie a Claudio Bertieri che l’ha fornito - siamo in grado di pubblicare per intero (in allegato a questo articolo) lo statuto del Comics Club di Calisi, che può essere quindi considerato, oltre al primo del suo genere, il seme del Salone Internazionale del Fumetto di Bordighera e la testimonianza di come l’incontro estemporaneo invernale dei quattro esperti di cinema e fumetto maturò nel corso di un anno in un’attività accuratamente pianificata.
Cristiano Zacchino
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